Nemico pubblico N. 1 - L'istinto di morte (Mesrine: L'instinct de mort) è un film del 2008 diretto da Jean-François Richet, prima parte di un dittico formato con Nemico pubblico N. 1 - L'ora della fuga (Mesrine: L'ennemi public n 1), che racconta la storia vera del gangster francese Jacques Mesrine, ispirato al romanzo autobiografico che lo stesso Mesrine scrisse dal carcere poco prima della sua clamorosa evasione. Ambientato in Francia e nella Montréal degli anni sessanta è stato girato in Québec.
The Nemico pubblico n. 1 - L'istinto di morte
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Il film inizia con l'uccisione, nel traffico parigino, di Jacques Mesrine. Segue il racconto della sua vita: da soldato ribelle dell'esercito francese di stanza in Algeria, Mesrine diventa uno spietato criminale lungo le strade di Parigi tanto da guadagnarsi il soprannome di nemico pubblico nº 1. L'efferata violenza di Mesrine inizia durante l'interrogatorio di un prigioniero in Algeria per poi continuare in una lunga sequenza di atti criminosi anche in Francia. Assetato di potere e in cerca di denaro facile, rifiuta il lavoro offertogli dal padre iniziando un'ascesa senza precedenti nella malavita locale francese e ad aiutarlo il boss della criminalità locale, Guido. Nonostante le suppliche della moglie spagnola, che gli darà tre figli, Mesrine diventa così tra gli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta il gangster più ricercato di Francia. Incontrerà anche la bella e altrettanto spietata Jeanne Schneider con la quale farà coppia fissa in una sequela di rapine a mano armata che li porterà da Parigi a Montréal. Costretto infatti all'esilio in Canada, Mesrine sarà arrestato e fuggirà in modo rocambolesco, insieme all'amico e complice Mercier, da una delle prigioni più dure dello stato.
La Francia si dimostra sempre più spesso terra di grande fermento sul piano cinematografico. A confermarcelo arriva ora Nemico pubblico n1 - L' istinto di morte, primo capitolo del biopic in due parti dedicato al celebre criminale Jacques Mesrine, gangster per caso nella Parigi degli anni '60 che scrisse le sue memorie in carcere poco prima della sua evasione, recuperate quali patrimonio prezioso per la realizzazione di questo suo raffinato ritratto che rinverdisce i fasti del cinema di genere. Jean-François Richet ne narra le gesta poco eroiche, ma ugualmente affascinanti, stando attento a non incorniciare la figura di Mesrine in quell'aura di miticità che favorisce l'idolatria gratuita. Il suo Mesrine è ricco di sfumature, di trovate entusiasmanti (su tutte l'ambizione alla libertà a tutti i costi che è pronta a sfidare la morte e che conduce alla clamorosa evasione dal carcere nel Quebec) e zone oscure nelle quali ringhia l'animale che è in lui, pronto a uscire fuori in tutta la sua brutalità. Una figura alla quale Richet non fa alcuno sconto, sporcandola nel sangue e nelle colpe di una vita trascorsa, con fierezza, al di là della legge. 2ff7e9595c
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